La mia amica Martina è una fotografa seria. Una fotogiornalista per l’esattezza. Ora ad esempio sta lavorando ad un bellissimo progetto sui nomadi. Mi chiede, ci vieni con me a questa fiera di gemme, pietre e rocce preziose? Io vado per vedere se ci sono nomadi, secondo me alla fiera tu faresti delle foto bellissime con i tuoi colori e la tua ironia. Sì, ma se vengo porto la Mamiya, voglio provare a fare un reportage a pellicola che non l’ho mai fatto, poi l’ho comprata e la voglio usare.

Otto ore e rotte di guidata e siamo in Arizona. Che fighi i cactus Saguaro. È tutto così, come in Willy il coyote. Se avessi il soffietto e qualche pellicola in bianco e nero non sarebbe male scattare qualche foto ai cactus in notturna.




Ci alziamo di buonora e boom, siamo lì. Una distesa di hangar pieni zeppi di rocce giganti, cristalli appuntiti sbarluccicanti, enormi sfere rotonde e perfette che brillano sotto un sole accecante. Merda, ‘sta Mamiya pesa da morire e mi sento abbastanza impacciata. Non è esattamente la macchina con cui fare reportage. Sarò in grado?

File di braccialetti, pietre spirituali, ma anche gioielli seri, incensi, hippies, ricconi. C’è anche qualche brutta faccia sì, chissà se qualcuno sottobanco non vende anche altro, ci chiediamo.